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rosetta76

Nuovo Iscritto
Amministratore di Condominio
Buon Giorno a tutti! vi pongo un quesito amministro un condominio di 7 unità abitative ed un condòmino a dicembre ha deciso di staccarsi dall'impianto centralizzato e fin qui tutto ok.... ora i restanti sei condòmini vogliono sostituire la caldaia con una con una potenza inferiore con una più piccola ed inserire i contacalorie nei singoli appartamenti, timer di accensione individuale e valvole termostatiche ...... ora.... vi chiedo il condòmino che si è staccato in che misura deve concorrere alle spese ???'naturalmente se il condòmino in futuro vorrà usufruire dell'impianto con la nuova caldaia lo potrà fare. grazie in anticipo a chi mi dedicherà il suo tempo......
 

Dimaraz

Moderatore
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Altro Professionista
Intanto ferma restando la possibilità "teorica" per il "distaccato" di procedere in tal senso...andava valutato se dal fatto non derivasse un aggravio per gli altri.

Questi era comunque tenuto al pagamento delle quote comuni (dispersioni e locali in comunione).

La sostituzione della caldaia come decisione spetta a tutti i condòmini (distaccato incluso) così come il saldo della quota di spesa su base millesimale.

A rigor di Legge al distaccato non è concessa la detrazione fiscale (bonus) per la sua quota di spesa sulla nuova caldaia.

Occhio che egli è comunque coobligato al montaggio di valvole.
 

laura Caruso

Membro Junior
Condòmino proprietario
buonasera, noi abbiamo un caso simile, condominio di blocco appartamenti + 6villette a schiera, 16 anni fa ( prima che comprassi la villetta) il condominio decise che le villette si sarebbero fatte il riscaldamento autonomo, perchè la dispersione di calore del tubo che passava sottoterra portava spese altissime, e per poter avere calore decente nelle villette negli appartamenti morivano dal caldo. Protestò solo un proprietario di villino che non voleva affrontare la spesa..dopo pochi mesi una lettera delll'amministratore intimò alle villette di prendersi la caldaia perchè a settembre avrebbero proceduto al distacco. Recentemente i condòmini della palazzina in una loro riunione hanno deciso di comperare la nuov caldaia e l'hanno presa dimensionata sulle loro necessità, ridotto la canna fumaria e messo le valvole termostatiche. l padre di una condomina adesso ci ha citati pretende che noi si paghi la quota millesimale della proprietà, anche se di fatto anche se volessimo attaccarci non potremmo perchè si dovrebbe comperare una caldaia subpplementare, riallargare la canna fumaria e sfasciare 2 giardini ed un vialetto condominiale per allacciarci di nuovo. Che dovremmo fare?
 

Dimaraz

Moderatore
Membro dello Staff
Altro Professionista
Intanto per prassi si dovrebbe aprire una nuova discussione e non riaprirne una di datata e di altro utente.

Il vostro è un caso "relativamente" complesso perchè si sono sovrapposti svariati "illeciti" a partire dalla decisione "di parte" presa dai proprietari della palazzina a scapito dei "villini".
Se il tubo fosse stato ben coinbentato non vi sarebbero state eccessive dispersioni e il montaggio di valvole (ora obbligatorie dal 31/12/2016) avrebbe eliminato il disagio delle temperature opposte.

E' stato imposto ai "singoli" di autoprovvedere (presumo con spese a proprio carico) di rendersi autonomi "rubando" loro l'uso (e la proprietà) della caldaia centralizzata.

Un Giudice "serio" respingerebbe la richiesta di pagamento di quote agli ormai distaccati visto che :
1-il centralizzato non è più a loro disposizione
2-gli eventuali lavori di ripristino (e ulteriore caldaia) andrebbero ripartiti anche fra i proprietari dell'edificio "centralizzato"
3-16 anni in cui si è instaurato un regime di "condominio parziale" sull'impianto centralizzato (ma a servizio del solo blocco centrale) seppur insufficenti per una "uscapione" a mio parere sono anche di avanzo per configurare un criterio di ripartizione "per consuetudine".

Affermi che vi ha già "citato in giudizio"...non vi resta che trovare un buon legale e ottenere una sentenza favorevole.
 

laura Caruso

Membro Junior
Condòmino proprietario
Intanto per prassi si dovrebbe aprire una nuova discussione e non riaprirne una di datata e di altro utente.

Il vostro è un caso "relativamente" complesso perchè si sono sovrapposti svariati "illeciti" a partire dalla decisione "di parte" presa dai proprietari della palazzina a scapito dei "villini".
Se il tubo fosse stato ben coinbentato non vi sarebbero state eccessive dispersioni e il montaggio di valvole (ora obbligatorie dal 31/12/2016) avrebbe eliminato il disagio delle temperature opposte.

E' stato imposto ai "singoli" di autoprovvedere (presumo con spese a proprio carico) di rendersi autonomi "rubando" loro l'uso (e la proprietà) della caldaia centralizzata.

Un Giudice "serio" respingerebbe la richiesta di pagamento di quote agli ormai distaccati visto che :
1-il centralizzato non è più a loro disposizione
2-gli eventuali lavori di ripristino (e ulteriore caldaia) andrebbero ripartiti anche fra i proprietari dell'edificio "centralizzato"
3-16 anni in cui si è instaurato un regime di "condominio parziale" sull'impianto centralizzato (ma a servizio del solo blocco centrale) seppur insufficenti per una "uscapione" a mio parere sono anche di avanzo per configurare un criterio di ripartizione "per consuetudine".

Affermi che vi ha già "citato in giudizio"...non vi resta che trovare un buon legale e ottenere una sentenza favorevole.
 

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