Come detto in precedente scritto, ho acquistato una unità immobiliare a marzo 2018 e questo condominio è a dir poco un macello (purtroppo mi trovo condòmino in 3 condòmini uno peggio dell’altro).
Il 16 settembre c’è stata un’assemblea straordinaria per discutere in merito ad un eventuale avvio della procedura di emissione di decreto ingiuntivo verso un “moroso cronico”.
In quell’occasione ho imposto di fare io da presidente e da segretario ed ho messo l’amministratore all’angolo, ho gestito io l’assemblea contestando peraltro pubblicamente all’amministratore una serie di irregolarità che lo riguardano tra cui il mancato ricorso al D.I. sulla scorta del bilancio e riparto preventivo approvati ("normativa che lui asserisce di disconoscere"? in presenza di un condòmino che ha un debito pari a 45% del bilancio del condominio: abbiamo fatto scintille.
Il 22 settembre l’amministratore ha notificato le sue dimissioni motivate con le “venute meno condizioni operative di fiducia” e convocato nuova assemblea straordinaria per domani 6 ottobre per “discutere e deliberare” su:
.1 dimissioni amministratore
.2 nomina nuovo amministratore.
Mi chiedo: perché l’assemblea dovrebbe discutere e deliberare sulle dimissioni?
Forse potrebbe essere utile se ci fosse un ripensamento dell’amministratore e la volontà dell’assemblea di tentare di ricucire ma ereditiamo tanti di quei problemi che non è assolutamente auspicabile (avevo già contattato un legale per tentare la rimozione giudiziale).
Io lo vedo come un atto unilaterale che non necessita di una “delibera di approvazione” a maggior ragione se c’è una “giusta causa”, per cui se sarò ancora io il presidente penserei di ritenere “non da deliberare” il punto 1 ma prendere atto delle dimissioni e passare direttamente al punto 2.
Pensate che sarebbe corretto?
Grazie.
Il 16 settembre c’è stata un’assemblea straordinaria per discutere in merito ad un eventuale avvio della procedura di emissione di decreto ingiuntivo verso un “moroso cronico”.
In quell’occasione ho imposto di fare io da presidente e da segretario ed ho messo l’amministratore all’angolo, ho gestito io l’assemblea contestando peraltro pubblicamente all’amministratore una serie di irregolarità che lo riguardano tra cui il mancato ricorso al D.I. sulla scorta del bilancio e riparto preventivo approvati ("normativa che lui asserisce di disconoscere"? in presenza di un condòmino che ha un debito pari a 45% del bilancio del condominio: abbiamo fatto scintille.
Il 22 settembre l’amministratore ha notificato le sue dimissioni motivate con le “venute meno condizioni operative di fiducia” e convocato nuova assemblea straordinaria per domani 6 ottobre per “discutere e deliberare” su:
.1 dimissioni amministratore
.2 nomina nuovo amministratore.
Mi chiedo: perché l’assemblea dovrebbe discutere e deliberare sulle dimissioni?
Forse potrebbe essere utile se ci fosse un ripensamento dell’amministratore e la volontà dell’assemblea di tentare di ricucire ma ereditiamo tanti di quei problemi che non è assolutamente auspicabile (avevo già contattato un legale per tentare la rimozione giudiziale).
Io lo vedo come un atto unilaterale che non necessita di una “delibera di approvazione” a maggior ragione se c’è una “giusta causa”, per cui se sarò ancora io il presidente penserei di ritenere “non da deliberare” il punto 1 ma prendere atto delle dimissioni e passare direttamente al punto 2.
Pensate che sarebbe corretto?
Grazie.